Il management delle operations nella transizione data driven
Nel 2010 l’intera filiera produttiva delle aziende si trovava al termine del lungo e complesso ciclo di digitalizzazione dei processi industriali.
Le aziende del mondo della produzione si trovavano, dopo anni di pianificazione e rendicontazione tradizionale, a chiudere il percorso di innovazione rappresentato dall’introduzione dei sistemi gestionali di fabbrica.
Nel mondo, così come in Italia, gli Enterprise Resource Planning (ERP) sono diventati l’emblema della transizione, modificando in maniera netta i fabbisogni professionali degli organici aziendali, con un ricambio importante che ha progressivamente visto la sostituzione dei responsabili di segreteria e tracciamento della filiera a favore di specialisti informatici, in quanto le attività di pianificazione, gestione e monitoraggio si sono spostate dalla carta e dai fogli di calcolo in un sistema integrato automatizzato, rispetto al quale la maggioranza dell’apporto umano si era ridotto alla manutenzione del software e ai controlli di coerenza del dato registrato.
Il ruolo dell’Operations Manager ha visto attraverso tale transizione un’evoluzione da “deep human resources planner” a “process scanner”, ma le sue attività di comprensione delle criticità, di fitting degli obiettivi economici ai fabbisogni materiali industriali e, soprattutto, di interpretazione delle azioni di ottimizzazione intraprese, hanno continuato a caratterizzare la mansione.
È con l’avvento dell’industria 4.0 nell’ultimo decennio che il passaggio al data driven e alla lenta, ma inesorabile introduzione di tecnologie legate al Machine Learning e alla data analysis ha reso possibile il rafforzamento dell’effort dell’operations manager attraverso l’introduzione di algoritmi di ottimizzazione e di sistemi di data discovery che in autonomia hanno permesso che i modelli e il codice di un processore riuscissero a simulare l’attività di Decision Making di settore, ottenendo risultati di gestione della complessità senza paragoni e portatori di incommensurabili vantaggi competitivi a coloro che, per primi, hanno deciso di introdurli nei propri processi.
Il Manager adesso sì che ha subito una profonda mutazione nella natura delle attività quotidiane, sostituendo in gran parte i frutti dei propri calcoli, intuizione e sensibilità con dei dati certi, comprovabili, e risultato di una potenza computazionale ben superiore alle possibilità del ragionamento induttivo umano.
Oggi quali sono quindi le caratteristiche un ottimo Operations Manager?
In primo luogo la capacità di innovare a livello tecnologico, di individuare i sistemi e i modelli di calcolo più idonei per i propri processi, al fine di essere sempre il primo a introdurre le killer application alla base della supremazia rispetto alla concorrenza.
Molto spesso, tuttavia, le migliori soluzioni per determinati flussi non esistono già pronte, ma necessitano di essere cucite sul processo a cui faranno riferimento.
Per questo Linkalab si propone come partner strategico nell’introduzione di sistemi e modelli di Machine Learning di incredibile valore aggiunto, tramite una metodologia volta a massimizzare la propria competenza tecnologica grazie alla conoscenza del settore e dei processi che solo l’operations manager che li ha costruiti può avere.