Cos’è la proptech e perchè aumentano gli investimenti?

Le sigle con desinenza tecnologica si sprecano di questi giorni, conosciamo da tempo il Biotech, di recente il FinTech, fino ad arrivare al quasi sconosciuto Fashiontech. In tutti i casi si allude al fatto che elementi tecnologici di vario tipo possono dare un valore aggiunto ai vari settori biologico/farmaceutico, finanziario e nel mondo della moda, nell’ordine. In che cosa consiste questo ‘valore aggiunto’ dipende dal settore e dalle tecnologie disponibili. 

Uno degli ultimi arrivati è il Proptech, che sta per ‘property-technology’ e in questo caso la tecnologia è applicata al settore immobiliare. In senso ampio è facile immaginare come la tecnologia possa essere impiegata nella costruzione degli edifici, nella logistica associata, nei materiali e come nei casi precedentemente citati, gli ambiti di intervento possono variare. In genere però quando si parla di ‘tech’ l’ambito è tipicamente ‘terziario’,  spesso legato ai servizi informatici. 

Quindi, al di là degli aspetti finanziari del mercato immobiliare, cosa può c’entrare esattamente l’informatica con le ‘property’ e in particolare col mondo dei dati che ci interessa particolarmente? C’entra parecchio e non è difficile immaginare il perché. Immaginate di dover dare un valore a un appartamento, da che cosa potreste partire? Ovviamente esistono da tempo dei criteri standard: la superficie, le finiture, la collocazione in un particolare quartiere, la città. 

Quello che vale in questo caso è lo storico delle transazioni che fissa i prezzi in base alla domanda e alla corrispondente offerta, che è il criterio base su cui poggiano tutte le dinamiche economiche. Il problema è che la velocità con cui avviene questo processo è bassa e quello che succede intorno agli immobili, sia fisicamente che virtualmente ha delle dinamiche molto più veloci. Oltre che dai criteri standard il valore può dipendere dal fatto che vicino a un edificio aprano dei supermercati, delle attività commerciali specializzate, dei nuovi servizi pubblici, stazioni delle metropolitane e così via. Nella prospettiva Smart City questo tipo di informazioni territoriali sono sempre più presenti su Internet e facilmente reperibili, inoltre possono contribuire a valorizzare il territorio. 

Pensiamo poi a tutte le attività Social, come per esempio le pagine Facebook di quartiere fino ad arrivare a servizi innovativi come Nextdoor, per non dimenticare tutte le recensioni di ristoranti e negozi su Tripadvisor. Analizzando con sofisticate tecniche di NLP (Natural Language Processing) possiamo ricavare informazioni preziose sulla qualità della vita, sulla sicurezza e sui servizi che vengono offerti su quel territorio. Sono i famosi flussi di Big Data che in questo caso vanno a vantaggio di un settore tradizionale che ha le sue radici nel mondo fisico. Ancora più interessante è poi la connessione con il noto servizio di affitto di case e appartamenti Airbnb.

Anche questo è un servizio online, ma di fatto virtualizza molte delle operazioni immobiliari che sarebbero avvenute con metodi tradizionali e con una capillarità e ampiezza che non ha precedenti nella storia di questo mercato. Tra la ricerca, la valutazione e la transazione di un affito passa in genere pochissimo tempo e nel complesso queste operazioni contribuiscono potenzialmente a dare una valorizzazione quasi in ‘real time’ degli immobili. Su queste basi è nato un servizio ora molto popolare che si chiama Airdna (https://www.airdna.co/), che oltre a contenere alcune interessanti statistiche sul servizio da cui attinge i dati, propone delle probabili quotazioni degli immobili non ancora gestiti da Airbnb, in base all’appetibilità delle offerte degli immobili già presenti sulla piattaforma, che sono magari nella vicinanze e quindi ugualmente appetibili sia per un target turistico che di business. 

Ovviamente i dati di Airbnb da soli non sono sufficienti per avere un quadro completo e si rischia di dare delle informazioni imprecise se non si complementa quel patrimonio informativo con altri dati, da altre piattaforme online o da repository ufficiali pubblici (si pensi ai siti Open Data dei comuni e delle regioni e ai dati statistici ufficiali Istat e del catasto per esempio).

Anche in Linkalab ci siamo di recente occupati di questo settore col nostro progetto BigTour. Tramite questa piattaforma accumuliamo dati di grana fine da tutti i principali portali turistici come Booking.com, Tripadvisor, Airbnb e i principali canali Social. L’aggiornamento è su base quotidiana e questo come dicevamo consente di capire i fenomeni territoriali con grande dettaglio e frequenza temporale, come per esempio avere l’andamento dei prezzi di tutte le strutture e per specifici bacini di interesse, capire nel dettaglio il valore delle property turistiche come alberghi e case vacanze e qualificare in senso più ampio il territorio ben oltre la sua vocazione turistica. Questi dati sono visualizzabili tramite delle dashboard mirate e agganciabili alle App che li richiedessero in tempo reale tramite delle API. È il modello di  cui parlavamo all’inizio e che rende chiare le potenzialità del mondo dei dati in questo settore.